Ma tra il dire e il fare ...
In Italia non esiste una tradizione di "accoglienza" verso imprese ed investitori esteri capace di trattenerli a produrre e ad impiegare lavoratori nel nostro Paese. In parte i motivi della nostra scarsa attrattività sono "ideologici": una ambigua interpretazione della "italianità", la tesi dello sfruttamento delle risorse locali da parte delle multinazionali, etc. Poi citiamo l'individualismo, lo scarso senso civico, i piccoli oligopoli che si teme di scardinare, assieme alla iper-burocratizzazione della Pubblica Amministrazione, tanto causa quanto effetto dei vizi nazionali con cui ci presentiamo al mondo.
Dopo tanto parlare di marketing territoriale, attrazione degli investimenti, invest in Italy, e con il contemporaneo calo verticale dei già esigui Investimenti Diretti Esteri nel nostro Paese, il Governo riprova a definire una strategia per rendere il territorio nazionale più appetibile di quanto non sia ora.
Si comincia una "task force" (cominciamo male, con gli inglesismi!) insediata presso il Ministero dello Sviluppo Economico ma con approccio interministeriale che dovrà produrre in tempi brevi un report e delle linee di indirizzo da sottoporre al Governo, il quale successivamente tradurrà in provvedimenti normativi (si parla di un decreto legge, subito operativo) i suggerimenti della task force.
In modo da presentarci degnamente agli investitori esteri in occasione di Expo 2015.
Il Presidente ha informato il Consiglio dell'iniziativa “Destinazione Italia” per l'attrazione degli investimenti diretti esteri (IDE) nel nostro Paese. “Destinazione Italia” prevede un piano generale per promozione, attrazione e accompagnamento degli IDE che sarà presentato in Consiglio dei Ministri, dopo consultazioni con gli attori rilevanti, in settembre.
Indiscrezioni giornalistiche ci informano sui seguenti, possibili interventi (incentivi, agevolazioni, semplificazioni) di Destinazione Italia:
- agevolazioni fiscali per acquisto di patrimonio pubblico
- semplificazione delle procedure per mobilità internazionale di personale extra-UE
- valorizzazione patrimonio artistico e culturale
- ampliamento della competenza del Tribunale delle imprese
- ricapitalizzazione di start-up innovative
- valorizzazione della filiera agroalimentare in occasione di Expo 2015
Insomma, siamo ancora nella nuvola di parole date in pasto ai giornalisti che spesso, in passato, non si sono trasformate in pioggia di misure e soluzioni ai problemi del Paese.
Speriamo, stavolta, in un bel acquazzone!
(gli stralci di articoli qui pubblicati sono tratti dal Sole 24 Ore del 12, 13 e 14 Luglio 2013)
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